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venerdì 28 marzo 2014

I rossi ramoscelli acquatici



“L’eroe intanto attinge acqua e si lava le mani vittoriose;
poi, perché la rena ruvida non danneggi il capo irto di serpi 
della figlia di Forco, l’ammorbidisce con le foglie, la copre 
di ramoscelli acquatici e vi depone la faccia di Medusa. 
I ramoscelli freschi ancora vivi ne assorbono nel midollo 
la forza e a contatto con il mostro s’induriscono, 
assumendo nei bracci e nelle foglie una rigidità mai vista. 
Le ninfe del mare riprovano con molti altri ramoscelli 
e si divertono a vedere il prodigio che si ripete; 
così li fanno moltiplicare gettandone i semi nel mare. 
Ancor oggi i coralli conservano immutata la proprietà 
d’indurirsi a contatto dell’aria, per cui ciò che nell’acqua 
era vimine, spuntandone fuori si pietrifica.” 

Ovidio, “Metamorfosi”, IV, 740-752

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